Nella nostra vita, anche se inconsapevolmente, ci siamo spesso occupati di apprendimento. Durante la scuola dell’obbligo siamo stati i destinatari e a volte le vittime di modelli di apprendimento, durante le scuole superiori o all’università abbiamo sperimentato metodi per imparare, da genitori ci siamo confrontati con le varie didattiche ed interrogati su come aiutare i nostri figli a studiare.
I modelli scolastici che consentono ai bambini di imparare sono spesso noti, basti pensare al rivoluzionario metodo creato da Maria Montessori all’inizio del 1900 che, in una realtà scolastica autoritaria e spesso violenta, basava la sua teoria sul principio fondamentale della libertà dell'allievo sostenendo che favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura e da questa libertà deve emergere la disciplina; oppure pensiamo alle scuole che si ispirano all’approccio educativo sviluppato a partire dal 1919 su indicazioni di Rudolf Steiner che prevede di educare gli allievi armonicamente in tre ambiti, il corpo, l’anima e lo spirito (volontà, sentimento e pensiero).
Studi recenti hanno dimostrato che vi sono molte differenze fra l’apprendimento in età evolutiva e quello in età adulta, i bambini fino all’età di 12 anni non integrano le informazioni provenienti dai diversi sensi e quindi percepiscono il mondo in modo differente dagli adulti (Birbeck University di Londra).
Un contributo importante per ciò che riguarda le attività di progettazione della formazione sin dalla metà degli anni ottanta arriva dagli studi di David A. Kolb, docente di Psicologia Sociale alla Harvard University che ha introdotto in letteratura il concetto di “apprendimento esperienziale” come un processo dove la conoscenza si sviluppa mediante l’osservazione e la trasformazione dell’esperienza.
Kolb identifica quattro fasi di apprendimento:
- L’esperienza concreta (EC)
- L’osservazione riflessiva (OR)
- La concettualizzazione astratta (CA)
- La sperimentazione attiva (SA)
Nella fase dell’esperienza concreta il focus è sul coinvolgimento diretto e personale. Questo atteggiamento interessa la sfera emotiva e l’interpretazione dell’esperienza e tende a evidenziare la sua unicità piuttosto che eventuali teorizzazioni di carattere generale.
Le attività che favoriscono questa parte sono quelle che richiamano la concretezza e il fare.
Durante la fase di osservazione riflessiva l’apprendimento si focalizza sulla comprensione dei significati attraverso l’ascolto, il confronto e l’osservazione imparziale. Gli strumenti che facilitano questa fase sono la discussione e le case history.
Nello stadio della concettualizzazione astratta l’apprendimento si focalizza sulla possibilità di individuare regole e dinamiche di processo. Si elaborano teorie e si individuano dei concetti chiave utilizzando la rappresentazione grafica e i diagrammi.
Nella sperimentazione attiva ci si focalizza sull’azione e le possibili applicazioni nella realtà. Simulazioni, lavori di gruppo, allenamento sul campo sono indicati per favorire questo stadio dell’apprendimento.
Un apprendimento efficace e completo vede coinvolte tutte le quattro fasi del processo, non è importante da quale delle quattro si sia partiti. È possibile, infatti, iniziare l’apprendimento da qualsiasi punto del ciclo e ciascuno stadio ha bisogno di abilità diverse per essere svolto nel migliore dei modi.
Le persone, nel corso della loro vita, possono sviluppare una propensione maggiore verso l'esperienza concreta, l'osservazione riflessiva, la concettualizzazione astratta o la sperimentazione attiva.
Antonio Zanaboni
Trainer e Coach
coach.libra@gmail.com
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