Lo scorso dicembre, UPS ha commissionato una ricerca online che ha coinvolto 800 acquirenti di forniture industriali in Europa, equamente ripartiti tra Regno Unito, Francia, Italia e Germania, nonché 1.500 negli Stati Uniti e 200 in Cina.
Tra gli intervistati figurano i soggetti incaricati di prendere decisioni individualmente o congiuntamente, ovvero forti influencer relativamente a decisioni di approvvigionamento e acquisto. Tutti i partecipanti influenzano le decisioni di acquisto o effettuano acquisti in almeno una delle seguenti cinque categorie di prodotto: attrezzature, assemblaggio finale di parti OEM, parti MRO, beni di consumo/materie prime, pulizia e igiene.
Per approfondirne i risultati – pubblicati nello studio UPS “Industrial Buying Dynamics 2017” – e analizzare le relative implicazioni sullo scenario italiano e globale, Il Distributore Industriale ha intervistato Jean Francois Mathieu, responsabile del segmento industrial manufacturing a livello europeo e Stefano Loreti, responsabile del mercato italiano.
Da anni gli studi UPS sulle dinamiche di acquisto industriale si distinguono per mettere in luce interessanti dettagli sui cambiamenti in atto in questo settore. Quali sono i più evidenti?
Mathieu - Dai risultati delle diverse ricerche sugli acquisti in ambito industriale condotte da UPS sin dal 2013, emerge che gli acquirenti industriali effettuano sempre più spesso i propri acquisti online. Il sistema mediante il quale gli intermediari gestivano la vendita e la distribuzione dei prodotti industriali tra produttori e consumatori finali sta subendo infatti una profonda trasformazione.
Due sono i fattori principali alla base di tali cambiamenti nei comportamenti di acquisto: l’espansione dei marketplace (come Amazon Business, ThomasNet.com, IndiaMart e Alibaba) e le vendite dirette da parte dei produttori. I risultati evidenziano inoltre che gli acquirenti industriali hanno un’elevata propensione a cambiare fornitori: se elementi quali il prezzo e la qualità rimangono i fattori più importanti nella scelta di un fornitore, a fare la differenza saranno invece servizi come l’assicurazione, la capacità di esportazione e, soprattutto, l’assistenza post-vendita, elemento cruciale di differenziazione nel futuro del mondo produttivo.
Si può quindi affermare che uno dei principali fattori di cambiamento nella scelta dei canali d’acquisto è il progressivo diffondersi del processo di digitalizzazione?
Mathieu - Certamente la digitalizzazione si sta imponendo sui tradizionali modelli fondati ad esempio sulle telefonate o sulle visite commerciali da parte dei rappresentanti. In Europa il 49% degli acquirenti spende oggi quasi la metà del proprio intero budget online, un incremento pari all’8% dal 2015. I dati indicano che la spesa online è aumentata anche nel caso degli Stati Uniti (dal 47% nel 2015 al 52% nel 2017) e della Cina (dal 37% nel 2015 al 43% nel 2017).
Il cambiamento nell’utilizzo dei canali di acquisto è ancor più evidente alla luce della relativa rigidità del comportamento di acquisto in ambito industriale. Il 32% degli intervistati ha dichiarato che è consentito loro acquistare soltanto da fornitori specifici, mentre il 21% ha affermato di poter acquistare attingendo soltanto da un limitato elenco di tipologie di prodotto.
In assenza di queste limitazioni relativamente alla scelta dei fornitori, una situazione che probabilmente si verificherà nel tempo mano a mano che il mercato degli acquisti industriali maturerà e acquisirà una dimensione più globale, è probabile che il cambiamento nei modelli di acquisto sia più rapido. Se da un lato il mondo online costituisce la forza che sta radicalmente cambiando gli acquisti industriali, i canali di ricerca e di informazione tradizionali restano comunque importanti. Lo studio di UPS dimostra come gli acquirenti in cerca di nuovi fornitori continuino a preferire gli eventi fieristici, i rappresentanti commerciali, il passaparola e i cataloghi stampati.
Come si configura nel dettaglio la tendenza agli acquisti effettuati direttamente presso i produttori e sui marketplace?
Mathieu - Negli ultimi anni i distributori industriali tradizionali hanno perso quote di mercato a vantaggio delle vendite effettuate su marketplace e direttamente dai produttori (Direct-from-Manufacturer o DfM). Oggi in Europa il 92% degli acquirenti industriali effettua acquisti DfM rispetto al 65% nel 2015. Per di più, gli acquirenti industriali spendono la maggior parte del proprio budget attraverso questo canale, che rappresenta il 44% della spesa per gli acquisti industriali, rispetto al più contenuto 31% degli Stati Uniti e al 35% della Cina. Dai risultati dello studio emerge che in Europa il 75% degli acquirenti industriali effettua acquisti sui marketplace (il 75% negli Stati Uniti e il 94% in Cina). La quota di spesa è tuttavia relativamente modesta, ovvero il 21% in Europa, il 24% negli Stati Uniti e il 30% in Cina.
Alla domanda relativa alle intenzioni di acquisto future, un terzo degli intervistati ha dichiarato che è molto o estremamente probabile che nei prossimi tre-cinque anni inizierà a effettuare acquisti diretti dal produttore e il 27% ha affermato lo stesso a proposito degli acquisti sui marketplace.
Al contempo il 57% degli intervistati ha dichiarato che avrebbe incrementato la propria quota di acquisti DfM e sui marketplace. I risultati portano a pensare che l’attuale 44% della spesa totale negli acquisti DfM e l’attuale 21% della spesa totale sui marketplace siano percentuali destinate a crescere.
Le implicazioni dei risultati di questo studio sono importanti per la catena del valore industriale in Europa. L’attività dei distributori industriali tradizionali si sta riducendo a fronte della crescita degli acquisti diretti dal produttore e sui marketplace. Lo studio illustra inoltre come le capacità online e mobile siano fattori importanti nella decisione di passare a un nuovo fornitore.
Quasi la metà degli acquirenti industriali in Europa ha dichiarato che un “sito maggiormente user-friendly” potrebbe indurli a scegliere di cambiare fornitore nei prossimi tre-cinque anni, mentre il 42% ha affermato che la disponibilità di un’applicazione mobile produrrebbe il medesimo effetto. I risultati suggeriscono che i fornitori devono continuare a investire nelle capacità online e mobile per non essere esclusi dai giochi.
Con un mercato che spinge i fornitori verso una digitalizzazione “di massa”, a cosa può ricorrere il player industriale per differenziarsi?
Mathieu - La chiave di differenziazione diventa certamente il servizio post-vendita, le cui aspettative sono in netta crescita per gli acquirenti industriali europei. Nel 2015 il 78% degli intervistati nell’ambito dello studio ha dichiarato di aspettarsi servizi post-vendita in loco dai fornitori industriali; nel 2017 il numero è cresciuto all’86%, trainato in particolare dalla crescita delle aspettative tra gli intervistati britannici e tedeschi. Le aspettative europee circa il supporto post-vendita sono superiori a quelle registrate negli Stati Uniti (76%), mentre in Cina si registra un notevole 99% di acquirenti industriali che si aspetta un supporto in loco. Gli acquirenti si aspettano anche una gamma molto ampia di servizi, tra cui il servizio di manutenzione e riparazione in loco, citati da oltre il 70% degli intervistati. La necessità di questo servizio pone ai fornitori sfide logistiche che possono trascendere le loro capacità operative tradizionali. Lo studio mostra come il 60% degli acquirenti ha solitamente bisogno di consegne entro le 48 ore o prima su tutti gli ordini, con differenze trascurabili tra i diversi settori. Inoltre più del 40% degli acquirenti richiede consegne per il giorno successivo per quanto riguarda almeno un quarto dei propri ordini industriali.
In particolare, è aumentata la sensibilità degli acquirenti per la velocità e affidabilità del servizio. Questo si riflette nella crescente importanza dell’assicurazione inclusa nell’offerta del fornitore: è altamente probabile che gli acquirenti che hanno bisogno di procurarsi molto rapidamente un macchinario o parti di ricambio per proseguire la propria attività necessitino di un’assicurazione che copra eventuali perdite nella consegna o interruzioni dell’attività. La metà degli acquirenti europei coinvolti nello studio ha dichiarato che una migliore offerta assicurativa potrebbe portarli a cambiare fornitore (una propensione leggermente superiore a quella negli Stati Uniti).
A proposito di logistica e supply chain, UPS si occupa da sempre di sviluppare servizi e soluzioni in questo senso. Ci può raccontare qualche esperienza pratica con i vostri clienti?
Loreti – Recentemente ci siamo occupati di uno dei nostri clienti del settore industriale, l’azienda Sealed Air, una multinazionale americana che opera nel settore del packaging per la salvaguardia dei prodotti, la sicurezza alimentare e l’igiene. Sealed Air gestiva direttamente la propria supply chain con 19 magazzini in tutta Europa, che rifornivano sia i prodotti ai clienti, sia le parti di ricambio a circa 500 tecnici sul campo responsabili dei servizi di post vendita. La rapida crescita, associata con un’infrastruttura complicata, aveva reso tuttavia difficile mantenere un servizio di alto livello nel post vendita, con tempi di risposta del servizio che stavano scivolando al di sotto delle aspettative degli acquirenti, rendendo il tutto molto oneroso.
La domanda che ci siamo posti è stata: come rendere il percorso delle parti più efficiente? Abbiamo perciò analizzato la loro supply chain e proposto una soluzione che combinava servizi di spedizioni espresso UPS con la rete di sedi UPS Access Point dove i tecnici sul campo potessero recuperare velocemente le parti di ricambio. E cosa è successo a tutti quei magazzini e al costoso inventario? UPS ha proposto di centralizzare il magazzino, la gestione dell’inventario e l’evasione degli ordini. Oggi, Sealed Air rifornisce i suoi tecnici da un unico magazzino situato in Germania e l’eliminazione di 19 magazzini locali ha permesso di ridurre l’inventario e risparmiare sui costi operativi e di infrastruttura.
Tornando allo studio UPS “Industrial Buying Dynamics 2017”, cosa ci può dire nello specifico della situazione relativa al mercato italiano?
Loreti - In Europa gli acquirenti italiani sono quelli che con maggiore probabilità ricorreranno ai marketplace per le forniture industriali (85% degli intervistati). Gli italiani risultano anche essere i più propensi all’acquisto durante la visita di vendita da parte del fornitore (32% degli intervistati). La quota di budget spesa online dagli acquirenti italiani è cresciuta dal 38% nel 2015 al 44% nel 2017. Sono inoltre i più inclini ad avviare un rapporto di vendita online e il 67% dichiara di voler incrementare ulteriormente la spesa online.
Gli acquirenti italiani hanno già incrementato in maniera consistente gli acquisti DfM, con un 95% degli intervistati che afferma di ricorrere a questo canale (rispetto al 63% di due anni fa). Le aspettative degli acquirenti italiani sul sevizio in loco sono sempre state elevate rispetto alla media europea, ma risultano attualmente ancor più alte: il 96% delle aziende dichiara di aspettarsi un servizio in loco, ben dieci punti percentuali al di sopra della media europea.
Quali altre tendenze si stanno affermando con forza a livello globale?
Mathieu - Un dato rilevante è dato dalle vendite transfrontaliere, che continuano a incrementarsi nel quadro della crescita complessiva dell’e-Commerce. Al di fuori dei mercati interni, gli acquirenti industriali europei si rivolgono principalmente a fornitori in altri paesi europei; seguono poi in ordine di importanza gli Stati Uniti e la Cina.
Nel caso di un gruppo di prodotti, quello delle componenti originali (OEM), il 45% degli intervistati si approvvigiona oltre confine, mentre gli acquisti transfrontalieri per tutti gli altri gruppi di prodotti si attestano in media a circa il 30%. Dal momento quindi che le forniture transfrontaliere costituiscono una così consistente percentuale delle vendite totali, la necessità per i fornitori di costruire una presenza online in tutti i mercati target non è mai stata più forte.
Questo significa creare un’esperienza di acquisto online localizzata, ma persino per i fornitori di maggiori dimensioni può risultare difficile destreggiarsi nell’intricato mondo del commercio online multi-location e multilingue. Una soluzione è quella di collaborare con provider terzi che offrono soluzioni tecnologiche per il web al fine di offrire alla clientela internazionale una piena visibilità delle spese di spedizione dei propri ordini. Tali soluzioni possono anche rendere possibile un’esperienza di acquisto e spedizione localizzata, convertendo i prezzi nella valuta locale al momento del pagamento.
Infine, si segnala una crescita nella ricerca di fornitori in grado di effettuare stampe in 3D. Nonostante i limiti rappresentati ancora oggi dal suo processo industriale, molti acquirenti la ricercano per offrire sia nuove opportunità di personalizzazione (il 47%), sia prodotti di migliore qualità (44%).
Per concludere, qual è il messaggio che i distributori industriali possono cogliere dallo studio UPS?
Mathieu - La storia degli acquisti industriali nel 2017 è la storia di un cambiamento profondo, che con tutta probabilità si acuirà negli anni a venire. Che si tratti di vendite su marketplace o effettuate direttamente dal produttore, il distributore tradizionale si trova sotto pressione e il grande motore di questo cambiamento è la capacità di fornire informazioni ed eseguire transazioni online. Tutti i venditori industriali devono adeguarsi a questi cambiamenti.
Per molti, la sfida consisterà nel riuscire a mantenere i livelli del servizio nei canali tradizionali parallelamente ai maggiori investimenti in canali più nuovi e a più rapida crescita. Lo studio “Industrial Buying Dynamics” 2017 di UPS mostra che il marketing tradizionale effettuato attraverso fiere commerciali, rappresentanti e cataloghi cartacei è ancora tra i metodi più utilizzati per cercare nuovi prodotti e nuovi fornitori. Al contempo però il commercio online sta crescendo, essendo i marketplace utilizzati come canale d’acquisto dal 75% degli acquirenti. Inoltre gli ultimi due anni hanno visto un robusto incremento delle vendite dirette da parte dei produttori.
I distributori tradizionali che dovranno impegnarsi per mantenere la clientela e conquistare nuove quote di mercato migliorando le capacità online e elemento fondamentale di differenziazione sarà il servizio. Le aspettative riguardanti la portata, rapidità e regolarità del servizio sono sempre maggiori. Oggi gli acquirenti si attendono che i fornitori industriali garantiscano la prestazione di servizi di manutenzione e riparazione in loco, formazione e resi efficienti, spesso nell’arco di una giornata.
Alessandro Ariu