Profit e non profit. Due mondi spesso considerati in competizione, se non addirittura in conflitto. Motivo? Una visione apparentemente contrastante di priorità e obiettivi, con lo scopo di lucro quale discriminante fondamentale. Ma differenze fino a qualche tempo fa ritenute inconciliabili stanno col tempo sgretolandosi di fronte alle necessità economiche congiunturali. Fare di necessità virtù, insomma, può spesso rivelarsi molto utile, e magari portare a scoprire che anche una insospettabile collaborazione tra realtà a prima vista "inavvicinabili" può trasformarsi in una concreta opportunità di sviluppo per entrambe.
Proprio per cercare di interpretare questa tendenza, recenti studi hanno focalizzato l'attenzione sull'analisi dei rapporti di collaborazione sussistenti tra le due tipologie di imprese, cercando di realizzare un quadro che evidenzi non solo gli elementi di frattura, ma anche e soprattutto quelli di contatto, permettendo così di apportare benefici a entrambe.
Il primo dato che emerge con forza riguarda il carattere di "limitatezza" riscontrato nella maggior parte dei rapporti analizzati: imprese a scopo di lucro e non profit, insomma, collaborano solo quando si tratta di progetti isolati o a breve termine, mai finalizzati a porre le basi per partnership future e durature.Perché questa scelta? I motivi principali sono due: il pregiudizio che entrambe ancora provano reciprocamente e - come detto - le contrapposte finalità insite nella tipologia stessa delle due categorie d'impresa. Così, se da una parte le aziende a scopo di lucro hanno come riferimento il target di risultato prefisso, dall'altra il mondo del non profit si preoccupa quasi esclusivamente di far leva sul rapporto con le imprese per portare avanti l'obiettivo del fundraising.
Come riuscire a superare tali difficoltà? Per quanto riguarda il non profit, è bene partire dalla consapevolezza che migliori risultati si otterrebbero innalzando il grado di managerializzazione, specie se si considera la scarsa attenzione rivolta fin qui alla cura dei rapporti con le aziende. Un aspetto tutt'altro che irrilevante, dato che in questa realtà, nell'80% circa dei casi, l'obiettivo primario è proprio il fundraising. Ottimo invece risulta il livello di partecipazione alla stesura del bilancio sociale, redatto da quattro aziende non profit su cinque. Tale dato cala visibilmente nel profit, dove si scende al 50%, mettendo in luce un forte contrasto con l'attività di responsabilità sociale che pure viene svolta in maniera capillare e diffusa da quasi nove aziende su dieci.
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