IEN Italia: Brady Corporation ha recentemente festeggiato i suoi primi cento anni di attività. Ci può raccontare le tappe fondamentali della sua storia e di quella della sua filiale italiana?
Sig. Flumiani: Brady Corporation nasce nel 1914 come produttore e distributore internazionale di soluzioni complete per l’identificazione e la protezione di persone, prodotti e strutture. Nel 1995, nasce la filiale Brady Italia srl, che ha visto crescere considerevolmente negli ultimi dieci anni la divisione sicurezza, di cui mi sono occupato personalmente, passando da un solo distributore ai 15 di oggi. Da qualche mese, dopo esser diventato Area Manager e distaccato quindi da questa divisione, seguo l’intero pacchetto Brady nell'area che comprende la Toscana, il Piemonte e la Liguria.
IEN Italia: Com'è strutturato il mercato italiano in merito alle soluzioni per l’identificazione industriale e quali sono i settori maggiormente sensibili all'utilizzo di questo tipo di strumenti? Ci sono differenze da questo punto di vista tra il mercato italiano e quello estero?
Sig. Flumiani: Negli ultimi quattro anni il termine lockout è diventato più familiare alle aziende, soprattutto alle multinazionali americane e inglesi con sedi in Italia che hanno per prime iniziato a richiedere soluzioni di questo tipo, contribuendo così alla nostra formazione su procedure, supporto e training. Oggi siamo gli unici in Italia in grado di fornire questo tipo di servizio a 360°. Per quanto riguarda le normative, il lockout è stato introdotto dalla OSHA americana alla fine degli anni Ottanta. In Italia non esiste una norma che obblighi l’azienda ad utilizzare sistemi lockout per il blocco dell’energia, esiste però una linea guida chiamata EU Guideline 59/655 utilizzata da tutti come riferimento e personalizzata poi a seconda delle esigenze di ogni azienda. L’industria di processo (alimentare, petrolchimico, farmaceutico) è al momento quella più ricettiva in questo senso.
IEN Italia: A livello internazionale le procedure di LO/TO (lockout/tagout) stanno trovando sempre maggior applicazione nelle attività di manutenzione industriale, segno di una crescente consapevolezza dell’importanza della sicurezza. Riscontrate anche voi questo trend? Quale tipo di soluzioni proponete per venire incontro a questa particolare esigenza?
Sig. Flumiani: Prima del lockout/tagout, come procedura di sicurezza più diffusa, le aziende utilizzavano dei nastri adesivi, con la scritta (a penna) “NON TOCCARE” posti come blocco sugli interruttori, messi in posizione off dall'operatore, all'interno del quadro elettrico. La normativa macchine ha contribuito allo sviluppo di sistemi come il lockout spingendo così le aziende ad adattarsi, soprattutto per evitare incidenti. Purtroppo, però, non è chiara a tutti la differenza tra il lockout e la normativa macchine: secondo la direttiva macchine, nel momento in cui viene tolta la barriera protettiva, la macchina si deve fermare per motivi di sicurezza e queste operazioni avvengono durante la fase di produzione. Il lockout, invece, non si verifica in fase produzione, ma durante la manutenzione a energia 0. Nel momento in cui è necessario inserire le mani nella macchina, infatti, questa non deve avere energia. Si tratta dunque di uno strumento a supporto di una manutenzione più sicura ed una qualità del lavoro migliorata.
IEN Italia: Uno degli ambiti dove la sicurezza è più cresciuta negli ultimi anni è quello aeroportuale. Questo settore rappresenta per voi un interlocutore di riferimento? Quali sono le maggiori sfide che esso comporta?
Sig. Flumiani: Gli aeroporti rappresentano un mercato molto importante per Brady così come in tutti i contesti nei quali trovano un utilizzo diffuso i cartelli di sicurezza. Quelli aeroportuali, che devono essere riconoscibili a livello mondiale dai viaggiatori, rientrano nel contesto della cartellonistica ISO 70/10 che rappresenta il nuovo standard europeo.
Da questo punto di vista in Italia abbiamo un competitor molto forte, che è leader di mercato e anche un nostro distributore per la cartellonistica e segnalazione aeroportuali. Sarebbe importante riuscire ad approfondire il discorso che riguarda la segnalazione pavimenti sul quale stiamo lavorando per poter farci conoscere.
IEN Italia: Come ha affrontato Brady la congiuntura sfavorevole che ha colpito l’economia, e l’industria, negli ultimi anni? Ci sono state ripercussioni o siete riusciti comunque a cogliere delle opportunità?
Sig. Flumiani: Va premesso che Brady non viene quasi mai colpita dalla congiuntura sfavorevole dei vari settori, proprio perché le soluzioni di tracciabilità rappresentano un ottimo strumento di risparmio per le aziende. Paradossalmente dunque quelle che per le società si configurano come fasi di crisi, anche in Italia, rappresentano per noi un vantaggio, perché è proprio in questi periodi che le aziende scelgono di investire in sicurezza.
C’è poi da dire che in molti casi le aziende italiane, per mentalità, hanno purtroppo l’abitudine di lavorare in sicurezza solo quando sono obbligate.
Per utilizzare il lockout in maniera corretta, sono necessarie infatti specifiche procedure che richiedono molto tempo e attenzione, come recarsi sulla macchina, analizzare quali sono le energie in gioco, chiedere agli operatori di manutenzione quali sono gli step per andare a mettere in sicurezza la macchina e, sulla base di questo, produrre un documento grafico da fornire all'operatore che lo metterà in pratica, lavorando così in piena sicurezza.
All'estero, invece, è l’operatore che chiede al datore di lavoro soluzioni di sicurezza che lo facciano operare al sicuro. Un tipo di mentalità, questo, che è molto simile a quella americana.
IEN Italia: Negli ultimi anni Brady è entrata sempre più a far parte del mondo dell’automazione industriale con l’integrazione di soluzioni automatizzate. Quali sono le caratteristiche che distinguono questi prodotti e quali vantaggi garantiscono agli utenti?
Sig. Flumiani: Brady è riconosciuta sul mercato come un’azienda che fornisce la soluzione corretta per un tipo di applicazione a seconda delle richieste del cliente (un utente ci ha anche definito l’“università dell’etichetta”). Sulla base della nostra esperienza, sta a noi proporre il campione giusto da provare per fare il test e trovare la soluzione migliore. Di recente è nato in Belgio un team di persone coordinate dalla Francia, dedicato interamente all'automazione industriale. Quindi abbiamo delle macchine per l’applicazione delle etichette sia sui cavi, sia sulle schede elettroniche.
Stiamo lavorando molto sul discorso RFID con un team dedicato per recuperare il distacco dai concorrenti in questo ambito. Ad esempio, parlando di sicurezza, abbiamo un sistema in grado di tracciare tutte quelle apparecchiature o strutture che sono soggette a revisioni periodiche come impalcature, scale, e muletti. Questi dispositivi, creati anni fa con una gestione manuale, sono stati integrati con un RFID e un software che permette alla persona dedicata di fare il giro dello stabilimento senza andare a prendere fisicamente in mano l’oggetto, fare una scansione di quello che c’è in giro e avere in primo luogo un rapporto reale di quello che è il numero dei dispositivi inventariati e avere le informazioni sulla scadenza delle revisioni.
IEN Italia: Quali sono gli obiettivi per il futuro di Brady Italia?
Sig. Flumiani: La nostra rete di distribuzione copre tutto il territorio italiano. Stiamo crescendo di anno in anno in Italia con una crescita a due cifre. Seguiremo la scia di quello che sta facendo Brady a livello globale investendo nello sviluppo di nuove soluzioni per la sicurezza, sia perché si tratta di un settore in crescita, sia perché il nostro obiettivo è soprattutto quello di spingere sempre di più sulle soluzioni a grande valore aggiunto.
Per quanto riguarda gli altri mercati, abbiamo iniziato questo nuovo cammino con l’automazione industriale, con la stampa automatizzata e l’applicazione automatizzata delle etichette e cercheremo di insistere molto su questo fronte che ci sta dando oggi i primi frutti.