1. Parliamo di concentrazione delle polveri. Quali sono i rischi che ne possono derivare e in quale modo se ne possono prevenire i danni? La presenza di polveri sottili (particolato) nell’aria costituisce una delle principali minacce all’ambiente e alla salute dell’uomo. I più recenti studi epidemiologici hanno evidenziato un forte legame tra l’esposizione a polveri sottili nel lungo periodo e l’incidenza del rischio di allergie, crisi d’asma, problemi respiratori nei bambini fino alle malattie cardiovascolari e al cancro ai polmoni. Al fine di valutare il rischio ambientale e salutare, nel corso degli anni hanno assunto un ruolo sempre più importante i sistemi indirizzati alla misurazione della concentrazione delle emissioni di particolato ad esempio dagli impianti industriali. Da qui lo sviluppo tecnologico ed applicativo di aziende specializzate come la britannica PCME leader mondiale nella produzione di polverimetri per analisi emissioni e controllo efficienza filtri. 2. Quali sono i settori industriali più soggetti a questo tipo di problema? Lo spettro delle applicazioni per gli analizzatori di concentrazione delle polveri è molto ampio, risulta trasversale rispetto a svariati settori industriali. Si segnalano ad esempio importanti esperienze in Italia nell’ambito degli impianti di combustione (centrali per la produzione di energia e termovalorizzatori civili, ospedalieri e industriali, regolarizzati tra l’altro dalle normative europee più restrittive come l’ormai nota EN14181), nell’industria siderurgica (per l’analisi in continuo delle emissioni di fumi primari e secondari in acciaieria o in fonderia), nell’industria del cemento, della calce e del gesso (forni primari ma anche filtri a maniche su mulini e impianti di essiccazione). Da non trascurare inoltre le molteplici applicazioni già operative nell’industria chimica, farmaceutica ed alimentare. 3. Ci sono delle difficoltà nell’ambito della misura della concentrazione delle polveri? E se sì, quali? Le applicazioni che per le particolari condizioni operative vengono solitamente ritenute critiche sono le bassissime concentrazioni di polveri oppure flusso a velocità variabile o anche con elevata presenza di umidità. Queste costituiscono il vero banco di prova dei più moderni analizzatori di polveri. 4. Ci vuole parlare dei vantaggi dell’elettrodinamica? Un’azienda che si è distinta per la qualità e l’incisività nello studio e sviluppo di sistemi specificamente indirizzati alla misurazione delle emissioni di particolato è la società inglese PCME, i cui prodotti vengono distributi in Italia dalla ITAL CONTROL METERS che si occupa anche del servizio post vendita sul territorio nazionale da oltre un decennio. La tecnologia principale sviluppata da questa moderna azienda è conosciuta oggi con il termine “elettrodinamica”, coniato per identificare la capacità di rilevazione della carica elettrostatica indotta dalla variazione nella distribuzione delle particelle in prossimità della sonda di misura. Il risultato è un sistema di misura semplice da installare grazie all’inserzione diretta nel camino o nel condotto, molto sensibile e quindi in grado di rilevare piccolissime concentrazioni (tipicamente inferiori a 0.1 mg/m3), assolutamente affidabile con un’esigenza di manutenzione ridottissima ed infine talmente accurato da meritarsi l’accreditamento presso le più note agenzie europee di certificazione come la tedesca TUV e l’inglese MCERTs. 5. Che importanza riveste l’efficienza dei filtri? L’efficienza dei filtri riveste un duplice ruolo: da un lato consente di salvaguardare eventuali perdite di prodotto durante il processo produttivo (ad es. in aziende chimiche, farmaceutiche, alimentari), dall’altro evita che vengano immesse in ambiente polveri sottili, salvaguardando la salute dei lavoratori. Il controllo in continuo dei filtri, indirizzato all’immediata allerta nel caso di guasto o perdita di efficienza, permette una rapida manutenzione e il ripristino del sistema di filtrazione. Le caratteristiche di affidabilità, sensibilità e stabilità dei sistemi PCME li rendono particolarmente adatti al controllo di tutti gli impianti di filtrazione, inoltre sono spesso attivabili sistemi automatici di analisi predittiva dello stato del filtro. 6. Concludiamo con le normative. Ostacolo o valore aggiunto? La direttiva IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) ha fissato già da alcuni anni una strategia comune all’interno della Comunità Europea per migliorare le prestazioni ambientali delle industrie soggette ad autorizzazioni e, conseguentemente, della strumentazione chiamata in causa per tale controllo. Il quadro normativo è in continua evoluzione ed a nostro avviso contribuisce alla sensibilizzazione nell’ambito degli impianti di abbattimento e quindi alla loro evoluzione così come stimola lo sviluppo di sistemi di controllo sempre più efficaci ed affidabili come i polverimetri elettrodinamici PCME.
Intervista a Gianantonio Favalessa
General Manager di Ital Control Meters
- da Ital Control Meters Srl
- 5 Marzo 2010
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