La 13esima edizione del Master European Maintenance Management

Il corso è organizzato da Festo Academy, l’Industrial Management School di Festo

  • 3 Dicembre 2012
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  • I partecipanti al master
    I partecipanti al master
  • La 13esima edizione del Master European Maintenance Management
    La 13esima edizione del Master European Maintenance Management

Il 29 e 30 novembre, con la presentazione di dodici Project Work finali, si è svolta la due giorni che ha concluso ufficialmente il Master “European Maintenance Management” organizzato, come di consueto, da Festo Academy, l’Industrial Management School di Festo. Al termine dei lavori della 13esima edizione sono stati assegnati gli attestati di “Maintenance Manager” a: Luca Gragnano e Stefano Scipione di Selex-Elsag, Andrea Moggio di Menz & Gasser, Angelo Panico di CIRA, Felice De Angelis di PPG, Vincenzo Adiutori di Sapa Profili, Luca Lazzaroni di Ginsana, Alessandro Cecchini di Basf, Paolo Moretti di Iveco, Michele Leone di Natuzzi, Filippo Sacchiero di Valbruna, Alessandro Luzzi di Marangoni, e Marco Santi di Trench.

Da quest’anno, inoltre, gli attestati non si limitano solamente a certificare la frequenza del candidato, ma anche la qualifica professionale, in conformità alla norma UNI 11420 (Qualifica del personale di Manutenzione) che da giugno 2013 diventerà norma europea (EN).

I progetti esposti hanno messo in evidenza l’importanza del ruolo rivestito dalla manutenzione all’interno delle aziende, un ruolo di cui tuttavia si fatica ancora a percepire il reale valore. Nonostante l’eterogeneità geografica e di settore delle aziende rappresentate al Master, dai risultati è emersa una discreta omogeneità di problematiche: la principale difficoltà palesata è quella di riuscire a coinvolgere gli operatori nelle politiche di cambiamento aziendali proposte in ambito manutentivo.

Gravi ritardi si segnalano poi nell’avviamento del processo di ingegnerizzazione della manutenzione, elemento fondamentale per implementare il supporto tecnologico all’esperienza dei tecnici sul campo. Un esempio è dato dall’assenza di standardizzazione che, spesso anche all’interno della stessa azienda, può impedire di ottenere anche un semplice quadro dell’inventario dei componenti disponibili in magazzino.

Il cambiamento culturale prima di tutto, insomma, una svolta da cui non ci si può più esimere se si vuole tenere il passo di una competitività sempre più globalizzata.