Prosegue la crescita dell’economia mondiale nel quarto trimestre. Una crescita disomogenea, forte negli USA e nel Regno Unito, mentre nell’Euroarea si accentua la debolezza, a causa della domanda interna e delle tensioni geopolitiche che hanno penalizzato alcuni importanti mercati di sbocco. In Italia la forte caduta dell’attività industriale nel terzo trimestre è coerente con una diminuzione del PIL di -0,2% sul secondo trimestre. Le prospettive per il quarto trimestre risultano meno negative.
La produzione industriale è sostanzialmente stabile. Migliorano i giudizi sugli ordini interni, mentre risultano invariati i giudizi su gli ordini esteri.
Commercio estero
Il commercio mondiale di beni ha accelerato nei mesi estivi con buone prospettive di miglioramento per l’ultimo trimestre 2014. Per contro le esportazioni italiane hanno registrato una battuta d’arresto, con un calo di vendite sia all’interno della UE sia di quelle verso i paesi extra UE. Le prospettive per fine anno sono peggiorate sull’onda di giudizi negativi sulle attese di fatturato.
In Italia il secondo calo consecutivo degli ordini totali preannuncia un quarto trimestre nel complesso molto debole. I miglioramenti sono dovuti al terziario, mentre dal manifatturiero non provengono segnali positivi. Per la prima volta da maggio 2013 si è avuta una contrazione dell’attività dovuta maggiormente al calo dei beni d’investimento. I nuovi ordini sono diminuiti per la prima volta dopo sedici mesi, riflettendo soprattutto la diminuzione della domanda interna.
Eurozona
In novembre ristagna l’attività economica nell’Eurozona e aumentano i dubbi sulle sue prospettive di crescita nei prossimi mesi. L’indice PMI composito è sceso ai minimi dallo scorso luglio per la pronunciata flessione nei servizi; invariato a valori di stagnazione nel manifatturiero dove gli ordini si riducono per il 3° mese consecutivo. Ciò lascia poche speranze di registrare incrementi della produzione nell’ultimo trimestre dell’anno.
Il calo dell’attività prosegue, per il 7° mese consecutivo, in Francia dove il ritmo di caduta decelera nei servizi ma accelera nel manifatturiero. Rallenta significativamente la Germania, complici sia i servizi sia il manifatturiero, ormai stagnante, con gli ordini in contrazione (la più forte da dicembre 2012); risale, però, la fiducia delle imprese.
Vittorio Dassi - Segretario Generale FNDI
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