La ripresa arriverà solo nel 2014

Ma l'attuale fase di contrazione economica sembra ormai in esaurimento

  • 16 Gennaio 2013
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  • Le previsioni del CSC per l'Italia
    Le previsioni del CSC per l'Italia
  • Indice di fiducia e variazioni dei consumi in Italia
    Indice di fiducia e variazioni dei consumi in Italia

Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi Confindustria, ha presentato martedì 11 dicembre a Roma il Rapporto "Scenari Economici n.16" nel corso del seminario “Sulla ripresa la cappa dell’incertezza e della sfiducia. Nuova finanza alle imprese per superare la scarsità di credito”.

Il rapporto pone in evidenza che l’economia italiana, in calo per il sesto trimestre consecutivo, sta vivendo la coda della recessione. È la seconda contrazione dell’economia in cinque anni, cioè dall’inizio della crisi. Meno intensa e più lunga della prima, l’attuale è caratterizzata dalla forte caduta della domanda interna, ma appare in via di esaurimento. Il CSC prevede, infatti, che continuerà ancora per tutta la prima metà del 2013, ma a ritmi attenuati, lasciando il posto a una debole ripresa a partire dalla fine dell’anno prossimo. Nel complesso, rispetto alle stime elaborate in settembre, durerà un trimestre in più ma la perdita di prodotto non risulterà cumulativamente maggiore, per via di un profilo smussato dai dati della scorsa estate. Cosicché, la variazione del PIL nel 2012 è meno negativa di quanto atteso: -2,1%, da -2,4%. In compenso sarà più ampia nel 2013: -1,1%, da -0,6%. Nel 2014 è previsto un modesto recupero: +0,6%. L’inizio del recupero è spostato al quarto trimestre 2013. Una tempistica che è confortata dai timidi segnali di miglioramento che iniziano a intravedersi.

Le previsioni del CSC per l'Italia
I progressi nella seconda parte dell’anno prossimo saranno favoriti da politiche di bilancio meno restrittive in Italia e in gran parte d’Europa, dall’accelerazione del commercio globale, dal dispiegarsi e dall’accentuarsi dell’espansione monetaria, dalla tendenza alla stabilizzazione della crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona, che allenterà le tensioni finanziarie, e da un parziale rimbalzo di alcune componenti della domanda interna. Tutto ciò contribuirà a far risalire la fiducia, innescando una lenta ripresa. Gli indicatori hanno iniziato a mostrare segnali di stabilizzazione. L‘anticipatore OCSE, che preannuncia le svolte del ciclo che si verificano nell’arco di due-tre trimestri, ha iniziato un po’ a salire. La fiducia delle imprese manifatturiere ha toccato il punto di minimo lo scorso maggio e ondeggia all’insù, pur rimanendo su livelli molto bassi (vicini ai minimi del 2009), grazie ai giudizi sugli ordini di beni di consumo e strumentali. Restano forti venti contrari: la disoccupazione alta, l’edilizia in grave difficoltà, il credit-crunch, l’enorme sottoutilizzo degli impianti in molti settori.

Consumi indietro
La spesa delle famiglie, secondo il CSC, diminuisce del 3,2% quest’anno, dell’1,4% il prossimo e salirà solo dello 0,3% nel 2014. Dopo un recupero del 2,3%, la spesa dei consumatori è tornata a scendere dalla primavera del2011. In termini cumulati il suo calo è stato più intenso rispetto a quello sofferto durante la passata recessione Rispetto ai livelli pre-crisi il gap è del 4,5%. Guardando nel dettaglio le componenti, si evidenzia un crollo significativo della spesa in beni durevoli (-11,0% dal primo trimestre2011, in linea con quanto avvenuto nel periodo 2007-2009); quella in beni non durevoli è diminuita del 3,4% (-0,4% nella precedente recessione); la flessione è stata molto più contenuta per la domanda di servizi (-1,2% contro il -0,2%).La contrazione della spesa è stata meno accentuata del nuovo calo del reddito disponibile reale delle famiglie: -5,4% nel secondo trimestre 2012 rispetto al quarto 2010. Cosicché è stata ulteriormente intaccata la propensione al risparmio, scesa nello stesso periodo all’8,1% dal 9,8% (13,2% la media tra 2000 e 2007).

Domanda interna meno negativa nel 2013
Le attese sulla situazione economica delle famiglie e i giudizi sul bilancio familiare sono ulteriormente arretrati. Il proseguimento della dinamica negativa della spesa delle famiglie nella seconda metà del 2012 è confermato anche dalla diminuzione dei giudizi sugli ordini interni rilevati presso i produttori di beni di consumo: -3,0 punti il saldo nella media del terzo trimestre sul precedente. C’è stata invece una sostanziale stabilità (+0,7) in ottobre-novembre che suggerisce per inizio 2013 un andamento migliore. I fattori che contribuiranno a determinare la variazione della spesa delle famiglie prevista per il 2013 e il 2014 comprendono l’espansione della politica monetaria, l’allentamento degli effetti restrittivi delle manovre di finanza pubblica e la minore incertezza grazie alla stabilizzazione dei mercati finanziari. Inoltre è probabile che ci sia per alcuni beni un rimbalzo dopo la forte compressione che si è avuta finora.

 

 

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