Il territorio è un sistema complesso: gli elementi che lo compongono, ma anche le azioni - naturali ed antropiche - che intervengono su di esso producono effetti che derivano soprattutto dalla loro reciproca interdipendenza e interrelazione. La conoscenza dei fattori che concorrono alla vita del sistema e la valutazione del loro grado di influenza contribuiscono a giudicare il livello di affidabilità del sistema stesso o, in altri termini, a definire una qualità del territorio al di sotto della quale potremmo parlare di perdita, caduta dello standard normale, danno. Per la determinazione dei rischi connessi all’uso dei sistemi ci si avvale di metodologie basate sulla rilevazione delle cosiddette “vulnerabilità”, cioè di quelle debolezze - talvolta invisibili - insite nei sistemi complessi e capaci di amplificare i danni qualora una serie di concause, spesso di non grave entità se valutate singolarmente, si sommino innescando meccanismi non di rado irreversibili. L’indagine delle criticità, dei pericoli, delle vulnerabilità presenti nel sistema territoriale mira ad individuare quelle debolezze che, rapportate ai fattori scatenanti (naturali e antropici), possano compromettere l’equilibrio ambientale e arrecare danno agli elementi esposti. Equilibrio ambientale, sostenibilità, sviluppo economico, tutela dell’ambiente sono concetti astratti se non pensati e continuamente rielaborati all’interno di un processo dinamico della gestione del rischio in cui si rifletta la complessità dinamica del territorio. Di seguito, si esemplifica una ipotesi metodologica per il processo di valutazione del rischio in relazione a pericolosità di tipo idrogeologico per una porzione di territorio costituita da una fascia montana e della valle sottostante al fine della tutela ambientale del contesto e la sicurezza degli insediamenti. L’analisi, rivolta alla comprensione delle cause profonde dei possibili rischi, consiste in una sequenza di fasi:
- acquisizione delle informazioni e dei dati territoriali sui caratteri geologici-ambientali e su quelli socio-economici nonché sulle relazioni che intercorrono tra tutti i componenti del sistema, per l’identificazione delle debolezze del sistema stesso (Vulnerabilità territoriale = V)
- individuazione del pericolo, ovvero possibilità che si produca un evento dannoso, con riferimento alla intensità, alla frequenza e alla localizzazione di eventi già accaduti nel passato (banche-dati e cartografie tematiche), che determinano la severità dell’evento stesso (Pericolosità = H)
- quantificazione del numero di abitanti e del numero di beni economici coinvolti in un evento dannoso (Esposizione = E)
- valutazione del rischio R attraverso la determinazione preventiva del verificarsi di un danno D indesiderato (R = H x D; D = V x E).
Valutazione della pericolosità Al fine della individuazione dei pericoli si determinano le seguenti aree. Parte alta del bacino - Zona R (zona di raccolta): trasporto a valle di coltri detritiche. Parte intermedia del bacino - Zona C (canale collettore): destabilizzazione dei versanti a causa del comportamento del torrente, che assume caratteristiche di scavo, e conseguente manifestazione di fenomeni franosi per scivolamento ed ingrossamento del letto con trasporto di woody debris flow e mud flow. Parte terminale del bacino - Zona D (zona di deposito): esondazioni con trasporto di materiale fangoso accumulatosi lungo la discesa a valle, tale da danneggiare gravemente gli insediamenti antropici. Leggi il resto dell'articolo su http://digital.manutenzione-online.com/digitalMagazine?issue_id=92