WEG di Cinisello Balsamo (MI) ha aggiunto tre nuove dimensioni di telaio alla sua linea W22X di motori a prova d'esplosione: la 560, la 630 e la 710. Le innovazioni adottate nella progettazione della linea X22 includono un fascio di tubi per ottimizzare il raffreddamento tramite corrente d'aria passante. Ciò garantisce dotti dell'aria con percorsi di flusso sia assiali che radiali, per massimizzare il raffreddamento del rotore, dello statore e dei componenti critici quali i cuscinetti. Queste caratteristiche si alleano col ventilatore aerodinamico e la relativa copertura, la cui progettazione è stata mirata a un'efficiente generazione del flusso d'aria minimizzando il rumore emesso. La W22X è una gamma globale che soddisfa le normative in tutto il mondo.
È certificata secondo ATEX e IECEx, incluse le designazioni Ex d(e) I Mb, Ex d(e) IIB T4 Gb, Ex d(e) IIC T4 Gb ed Ex tb IIC T125ºC Db IP6X, quindi può essere utilizzata in gran parte delle aree pericolose. In futuro saranno disponibili altre certificazioni nazionali e regionali, come GOST, CCOE, INMETRO. La progettazione della scatola di giunzione è stata ripensata in modo da prevedere bulloni di montaggio interni per favorire la protezione da impatti e danni ambientali e prevenire l'accumulo d'acqua, garantendo allo stesso tempo ampi spazi per facilitare le connessioni. Sono disponibili diverse opzioni per la scatola di giunzione, ed è possibile installare sui motori W22X dei trasformatori di corrente, degli scaricatori di picco dei condensatori. Le tre nuove dimensioni di telaio sono tutte disponibili in versione a 2, 4, 6 e 8 poli con opzioni per media ed alta tensione e una serie di potenze in uscita da 500 kW a 4500 kW.
L'intera gamma W22X è basata su una costruzione in acciaio saldato e include piedi massicci integrati in modo da minimizzare per quanto possibile le vibrazioni, in combinazione col livello acustico molto basso. Con la gamma W22X, WEG è in grado di offrire soluzioni a prova di esplosione a praticamente qualsiasi situazione di lavoro, dalle condotte di gas nell'Artico agli impianti di trivellazione petrolifera nei punti più caldi del deserto arabo (da -55ºC a +60ºC), offrendo affidabilità, omologazione globale, costi di esercizio ridotti e una sicurezza garantita.
