Nella home page del vostro portale compare lo slogan "Non è quello che facciamo, è quello che rendiamo possibile" come cappello introduttivo alle vostre attività di ricerca e sviluppo. Qual è la mission di National Instruments?
La missione di NI - dalla sua fondazione - è sempre stata quella di creare strumenti che abilitino i ricercatori, gli ingegneri ed i tecnici, nella soluzione delle loro sfide ingegneristiche. Tutte le soluzioni che forniamo per la progettazione, la prototipazione, la gestione di sistemi di test e controllo sono strumenti che vengono utilizzati per l'abilitazione del personale specializzato. Questo concetto lo si ritrova in quello che è il nostro slogan, dove l'utente finale è il centro del nostro sforzo in ricerca e sviluppo. Si può affermare che ci muoviamo verso due direzioni: da una parte, verso la ricerca di tecnologie che semplifichino il raggiungimento dell'obiettivo dell'utente finale, che può essere un esperto del settore e non necessariamente un esperto di programmazione di sistemi hardware. Dall'altra verso architetture hardware modulari che permettono di avere quella capacità di integrarsi con oggetti differenti per poter risolvere applicazioni tra di loro molto diverse. La caratteristica principale della nostra realtà aziendale è quella di avere un approccio trasversale al mercato. Nessun mercato per National Instruments pesa più del 15% del fatturato e questo implica possedere una fortissima diversificazione. Per molti anni, abbiamo usato il concetto di "coda lunga" (long tail), proposto diversi anni fa da Chris Anderson (Direttore di Wired US). Long Tail nel mercato del Test&Measurement significa che, se è vero che esistono soluzioni preconfigurate per rispondere ad un gruppo ristretto di applicazioni di massa ben definite, è però anche possibile raggiungere volumi ragguardevoli con soluzioni più mirate in applicazioni di nicchia. Il postulato di Anderson incarna così l'approccio al mercato di NI, che non si focalizza quasi mai su applicazioni di massa, in quanto molto spesso sono presenti concorrenti già ben inseriti in quel tipo di mercato. Piuttosto sfrutta un proprio elemento di differenziazione in quegli ambiti ed in quelle operazioni che non trovano risposte in soluzioni standard preconfigurate o preconfezionate, ma che hanno bisogno di una customizzazione e flessibilità in più per poter realizzare uno strumento che risolva l'applicazione. National Instruments ha usato per anni uno slogan, verso a fine degli anni '90, che incarna il concetto sopra espresso: quello della Measurement Revolution. Voleva dire accantonare lo strumento preconfezionato ed optare per uno personalizzabile, costruito dallo stesso utente grazie all'hardware flessibile, modulare ed al software grafico intuitivo.
LabVIEW è il vostro software di punta ed il lancio della nuova release è recente. Quali sono le principali caratteristiche nella nuova versione?
La versione 2011 di LabVIEW ha avuto un focus fondamentale legato alla realtà in cui i nostri utenti utilizzano il software per le applicazioni più disparate. Molte di queste sono ormai a livello critico dal punto di vista del controllo e della gestione dei dati che spesso sono a loro volta critici. Per questo motivo una richiesta molto forte che abbiamo avuto dalla nostra comunità di utenti è quella sull'affidabilità del prodotto. Nessuna nuova funzione è stata aggiunta se non prima verificata e risultata stabile all'interno dello sviluppo esistente. In fase di sviluppo, si è scelto di sacrificare l'introduzione di nuovi aggiornamenti, al fine di ottimizzare e stabilizzare i già esistenti. Questa scelta, dal punto di vista del marketing, può sembrare poco vincente, poichè solitamente la tendenza generale è quella che punta all'introduzione della novità per rilanciare il prodotto. Per questa nuova release si è lavorato con la nostra comunità di utenti Beta, tra cui il nocciolo duro sono quelli che vengono chiamati "LabVIEW Champions": utenti molto esperti, con lunga esperienza di programmazione, che hanno una passione per il nostro ambiente di sviluppo e che hanno dedicato tempo ed ore del loro lavoro a testare le versioni prima alpha e poi beta prima del rilascio effettivo. Questa cooperazione e lavoro di squadra ci ha permesso di accertare e trovare numerosi bug in fasi iniziali dello sviluppo del software per arrivare poi alla versione finale in maniera più affidabile. Solitamente le operazioni procedono in due modi, da un lato viene fatto un controllo sulla stabilità e dall'altro c'è un raddoppio di test sul software, sia manuali che automatici. Viene ripetuta la medesima procedura più e più volte per individuare eventuali problemi. Come conseguenza si è riscontrato che rispetto agli anni precedenti, quest'anno il numero di azioni correttive (che è un database che viene popolato con le segnalazioni di bachi durante la fase beta) si è ridotto notevolmente e ciò è testimonianza del buon lavoro della parte sviluppo e dell'attenzione a non introdurre bachi su funzioni preesistenti. Il risultato è stato un ottimo riscontro da parte degli utenti, anche i più esperti, sulla stabilità e l'integrità ottenuta nel processo di aggiornamento del software. Vi sono poi una serie di funzioni suggerite dalla community, "Idea Exchange", dove gli utenti possono suggerire migliorie, cambiamenti di funzionalità e nuove funzioni, che successivamente ciascun utente può votare. Le idee che arrivano nella top list sono quelle a cui viene data priorità a livello di ricerca e sviluppo. L'anno scorso ne erano state incluse, per la prima volta, una dozzina, e quest'anno ne sono state introdotte altre tredici per un totale di circa venticinque funzioni e comportamenti standard raccolti ed integrati grazie ai feedback degli utenti.
LabVIEW è anche LabVIEW Tour 2011. Com'è nata l'idea di queste presentazioni itineranti? Com'è stata accolta quest'idea originale?
LabVIEW Tour nasce con la volontà di portare LabVIEW più vicino ai nostri utenti. Fino a qualche tempo fa, l'evento principale proposto da NI è sempre stato NIDays, che si svolge un anno a Roma ed un anno a Milano ed ovviamente è un evento catalizzatore dei nostri utenti. Ci siamo resi conto però che un unico grosso evento sarebbe stato limitante, poichè la comunità di LabVIEW è molto più ampia e non sempre è possibile raggiungere tutti, spesso per problemi anche di logistica, di spostamenti. Da qui, nasce la volontà di creare degli eventi collaterali. LabVIEW Tour funziona molto bene per avvicinarsi agli utenti. Da un paio d'anni National Instruments ha scelto questo concetto del "tour" e spesso ci è piaciuto paragonarlo allo stesso principio dei concerti. Nel 2011 ha avuto un successo enorme, abbiamo superato i 600 partecipanti e la buona riuscita è - secondo noi - dovuta a come è stato pensato. È stato rinnovato trasformando l'evento in un'opportunità di tipo formativo, diviso sulle due tipologie dei nostri utenti. Da un lato abbiamo i potenziali utenti che stanno valutando il prodotto, cercando di capire come sfruttare LabVIEW per le loro applicazioni. Per questi potenziali è stata proposta la sessione formativa "Scuola di LabVIEW", una serie di lezioni introduttive con un'attenzione alle terminologie che potessero essere comprensibili anche a non programmatori o a programmatori di altri linguaggi. Ad esempio, per chi è abituato a programmare in C o C++, l'approccio a LabVIEW non è del tutto automatico. Si è così cercata una corrispondenza in termini linguistici e concettuali tra i diversi linguaggi. Il pomeriggio, quest'anno, invece di puntare sulla spiegazione delle nuove funzionalità, ci si è orientati verso un'ottica di formazione avanzata, quindi rivolta ad utenti che già usano LabVIEW e che necessitano di impratichirsi con funzionalità più avanzate e suggerimenti per programmare meglio. Il concetto che abbiamo deciso di far passare non è "scegliere LabVIEW perchè ci sono nuove funzioni", ma "scegliere LabVIEW per quello che ti permette di fare". È stata proposta poi ai potenziali nuovi utenti di LabVIEW una specie di "ripresa" a distanza di qualche settimana dalla tappa del LabVIEW Tour per delle dimostrazioni pratiche. I partecipanti della tappa potevano iscriversi a questo successivo approfondimento, dove avevano a disposizione una postazione, un pc e LabVIEW installato per testarlo sul campo: una sorta di piccolo corso di base condensato in una mezza giornata.
Nelle conferenze stampa di National Instruments è spesso sottolineata l'importanza di uno scambio di opinioni, suggerimenti, idee tra voi e gli utilizzatori di LabVIEW ed in merito a questo è stata creata una vera e propria community. Come funziona NI Developer Community?
La Developer Community è una realtà online da diversi anni, e l'Idea Exchange è una costola della Developer Community nata di recente. Questa separazione ha generato un focus group, dedicato e suggerito da gruppi esterni (ad esempio LabVIEW users group) già esistenti dove gli utenti si confrontavano su eventuali cambiamenti, funzionalità aggiuntive di cui LabVIEW avrebbe potuto beneficiare. Tra forum esterni e forum NI si è deciso così di creare un punto comune specifico dove ritrovarsi e confrontarsi. Quindi non più spazio dove depositare le proprie idee, ma luogo di confronto e interscambio con votazioni relative alle proposte presentate. Proposte che spesso consistono in piccole modifiche, talvolta banali ma che al programmatore servono per ottimizzare tempi di sviluppo e procedure. Il nostro sito internet, agli albori del web, è stato uno dei più premiati per la quantità e qualità di informazioni tecniche disponibile on line, dai manuali ai suggerimenti tecnici su come risolvere un problema o affrontare un'applicazione. Con gli anni ci si è evoluti fino ad arrivare ad avere un forum di supporto tecnico dove gli utenti possono porre delle domande e possono ottenere delle risposte non solo dai tecnici di National Instruments, ma anche da altri utenti. Questo consente di avere dei feedback quasi in tempo reale, a vantaggio degli utenti. D'altra parte, oltre al forum, la Developer Community diventa un importante luogo di scambio di informazioni, per cui molto spesso non sono più domande di supporto tecnico, ma condivisione ed attività di networking che sovente cerchiamo poi di trasferire durante i nostri eventi principali, creando così dei veri e propri forum fisici e non più virtuali. Spesso così molti utenti che si conoscono virtualmente, s'incontrano fisicamente e questo è sicuramente un aspetto molto interessante.
Che peso hanno per National Instruments strategia comunicativa e formazione?
La strategia comunicativa per noi è una sfida e un'opportunità. Avere una varietà di mercato così ampia da una parte è una ricchezza e dall'altra è un banco di prova, poichè non ci permette di essere sempre verticali in tutti questi ambiti, nonostante sia fondamentale non perdere quella trasversalità che permette a tutti di cogliere quello che può interessare al loro settore applicativo. A supporto di tale strategia, abbiamo poi creato una serie di attività più verticali, come ad esempio forum sulla parte Automotive e Aerospazio e Difesa, ormai consolidate da circa nove edizioni e che creano successo di partecipanti e di contenuti sviluppati. Via via, seguendo le varie fasi di sviluppo dell'azienda, sono state introdotte diverse tematiche, come ad esempio quella relativa al Medicale. Per il futuro abbiamo in serbo, nel 2012 a NIDays, un Robotic Summit ed il nostro tentativo comunicativo sarà quello di dare una connotazione verticale ad un settore fortemente trasversale. Un obiettivo che National Instruments si è posta in questi anni è quello di avere una solida base di utenti. Fruitori che usano il nostro software e lo usano bene. Non siamo interessati a vendere licenze in più o a regalarne di nuove, bensì al reale uso del nostro prodotto. Per noi l'utente che lo usa male è un utente perso ed è in merito a questo che organizziamo corsi formativi spesso gratuiti e proponiamo promozioni per corsi più avanzati. Da non sottovalutare è il passaparola. Il nostro mondo, dall'anno in cui LabVIEW è nato 1986, è cresciuto notevolmente ed il passaparola è sempre stato un elemento fondamentale.
Sappiamo che siete molto attenti all'evoluzione dei Social Network, come li sfruttate e com'è il rapporto in Italia fra industria e Social Network, si può fare qualcosa?
Secondo noi sì. Siamo partiti tentando di fare qualcosa di semplice, cercando di mettere in piedi una strategia non eccessivamente ambiziosa. Inizialmente abbiamo cercato di dare seguito all'attività delle communities implementandola con l'ausilio dei Social Network. Pian piano abbiamo registrato un'adesione sempre maggiore e abbiamo visto questo canale come opzione alternativa, non solamente come un qualcosa in più. Alcune comunicazioni trovano addirittura un veicolo maggiore nei Social Network, rispetto ad altre trasmesse con mezzi più tradizionali. Per certi versi, sono un complemento ad alcune attività, un completamento per le community. Attualmente stiamo tentando di creare dei legami tra il mondo della community e quello di Facebook e LinkedIn. Queste integrazioni ed interazioni ci permettono di valutare anche un altro importante aspetto che è quello dei target. Abbiamo riscontrato che nel settore industria c'è un maggior coinvolgimento sui social network a sfondo professionale, come LinkedIn, mentre ad esempio su Facebook c'è una preponderanza di mondo accademico e studenti. Da analisi incrociate è risultato che la maggior parte dei nostri utenti rientra in una fascia d'età compresa nei quarant'anni. Sulla base di questi dati ci è possibile concentrarci su una comunicazione più mirata al fine di raggiungere anche quelle fasce d'età che attualmente sono fuori target. Un'azione interessante che stiamo portando avanti è quella di cercare di spiegare, con piccole iniziative ed articoli inseriti anche all'interno delle nostre newsletter periodiche, a cosa può servire un Social Media ad un ingegnere e come utilizzarlo. Noi stessi lo utilizziamo molto e ad esempio durante NIWeek ad Austin, la scorso anno, c'erano proprio delle sessioni sull'uso di questi strumenti. Contemporaneamente a queste attività, ci stiamo adoperando per capire come usare ogni singolo strumento iniziando proprio dalla nostra realtà aziendale presentando corsi interni di sensibilizzazione. I Social Media creano delle sottoreti molto ben qualificate e consentono di ottenere informazioni importanti anche relative a clienti o potenziali. Abbiamo avuto un boom di richieste su Twitter, soprattutto in virtù del fatto che lo promuoviamo moltissimo nelle nostre newsletter ed ancor di pù a seguito del LabVIEW Tour. Due anni fa, con l'Automotive Forum, abbiamo iniziato per la prima volta ad introdurre dei pannelli video che in tempo reale proiettavano i tweet di aggiornamento sull'attività. In Italia, inizialmente, abbiamo notato molta inerzia nel partire, mentre oggi si sta crescendo sempre più e c'è meno diffidenza.
Com'è la situazione per National Instruments nei paesi emergenti?
Questi anni sono stati una costola fondamentale per guidare la crescita e senza paesi emergenti sarebbe stato impossibile. I paesi emergenti per noi non sono solo paesi dove fatturare, ma luoghi in cui abbiamo fatto investimenti costruendo filiali, come ad esempio in Cina, dove c'è tanto sviluppo. Attualmente stiamo costruendo un nuovo stabilimento in Malesia. Ovviamente c'è una delocalizzazione che è una conseguenza legata alla gestione dei costi. Quest'anno festeggiamo i primi dieci anni del nostro stabilimento in Ungheria che ha avuto anche un forte effetto sociale. Quella che inizialmente sembrava una campagna sperduta in Ungheria si è trasformata in un polo tecnologico all'avanguardia. In virtù di questa forte componente sociale, National Instruments insieme agli obiettivi di profitto ha creato un programma parallelo chiamato "Planet NI", dove NI non significa solo National Instruments, ma anche "Nurturing Innovation" che ha il preciso scopo di trasferire alla popolazione questo spirito d'innovazione come fosse un nutrimento. Questa iniziativa è presente in tutti i paesi emergenti nei quali ci siamo insediati: Sud America, India, Medio Oriente, Cina. Tali programmi prevedono iniziative speciali che vengono declinate a livello locale, ciascuna filiale decide il modo in cui applicare o meno una regola. Esistono iniziative di sostegno per piccole-medie imprese, di spin off, collaborazioni con i poli universitari ed incentivi in varie forme.
Apple e tecnologia Android sono l'ultima avanguardia nel settore delle telecomunicazioni e dei sistemi operativi. Esiste la possibilità di utilizzare il vostro software su smartphone o tablet?
Noi siamo dei leader tecnologici, quindi il mercato ha sempre delle aspettative da National Instruments. In virtù di questo, cerchiamo sempre di essere sulla "cresta dell'onda". Il nostro primo obiettivo è quello di essere in prima linea sulle nuove tecnologie, ma allo stesso tempo di garantire la stabilità e l'evoluzione futura. I nuovi trend tecnologici vengono appoggiati e incorporati nei nostri prodotti solo ed esclusivamente quando hanno affidabilità, solidità ed autonomia. Se ci si rivolge al solo mondo della ricerca, ci si può permettere di inserire anche qualcosa che sia ancora a livello "semi-embrionale", non completamente collaudato, ma per il mercato industriale e professionale il prodotto deve essere ottimale poichè si rischia di perdere la credibilità tecnologica che ci si è costruiti in tanti anni. Tra gli esempi concreti c'è quello del wireless, molti nostri concorrenti lanciano sul mercato prodotti per sensori wireless. NI ha avuto un approccio molto pragmatico, poichè prima ha cercato di capire quali fossero gli standard a consolidarsi ed in secondo tempo ha ricercato, tra gli standard confermati, quelli che avessero anche un'applicabilità industriale. Sul mondo Tablet e Smartphone, Android a livello industriale è ancora tutto molto da studiare, anche da parte nostra c'è un interesse enorme ed internamente c'è già un gruppo di ricerca e sviluppo che lavora sulle varie potenzialità di questi dispositivi. National Instruments da anni ha un approccio di sfruttamento di canali esterni, come i nostri partner tecnologici che stanno già operando in questi ambienti e contribuiscono ad aiutarci nell'avviamento. Attualmente tra i tools di LabVIEW abbiamo inserito le librerie di un nostro partner, Tools for Smart Minds, che permettono di connettere Tablet e LabVIEW. Attraverso gli strumenti standard dei Tablet ci si può collegare a LabVIEW, i dati risiedono su Cloud ed è possibile sincronizzare le applicazioni. National Instruments, inoltre, ha già rilasciato alcune "app" di servizio per Apple Store e Android Market. Ad esempio è stata lanciata un'applicazione che permette di scaricare un "cruscotto dati", ovvero un'applicazione portatile di monitoraggio di variabili fisiche, per iPad e Android, con visualizzazione delle variabili su grafici, indicatori a lancetta, stringhe o led, prelevando i dati da applicazioni LabVIEW in esecuzione su PC o sistemi Real-Time. Una seconda app già disponibile per iPad è LabVIEW Intro, uno strumento utile a chi sta cercando di apprendere le basi della programmazione grafica in LabVIEW. Usando un'applicazione di monitoraggio strutturale di un ponte come applicazione di riferimento, spiega, per passi guidati e con video interattivi, la realizzazione di uno strumento virtuale di esempio con tutti gli elementi fondamentali del software, dagli indicatori del pannello frontale fino alle strutture del diagramma a blocchi. C'è poi un'app per visualizzare la mappa dei connettori dei dispositive di acquisizione dati di NI (DAQ). E' possibile cercare la propria scheda DAQ, mettere un segnalibro ed accedere alla pagina di supporto per maggiori informazioni.
Quali sono i vostri progetti per il prossimo futuro?
Continuano i grandi investimenti (ormai da 15 anni) nel mondo accademico, spesso a lungo termine. Sempre di più si punta sullo sviluppo di insegnanti preparati con corsi intensivi su LabVIEW a supporto di docenti e ricercatori. Gli stessi docenti andranno poi a tenere corsi formativi alla fine dei quali è previsto un esame di certificazione. L'obiettivo è quello di creare quanti più studenti competenti e utilizzatori di LabVIEW. A proposito di futuro mi piacerebbe concludere citando una frase del Dr James Truchard, CEO e cofondatore di National Instruments, il quale afferma che: "Gli strumenti non devono essere degli ostacoli nel percorso d'innovazione, ma devono contribuire alla ricerca e allo sviluppo".