Nuove tecnologie nell'industria manifatturiera

Dal recente Osservatorio MECSPE, l’indagine sull’industria manifatturiera italiana, con focus sul Veneto, è emerso che 8 aziende su 10 della meccanica sono pronte a investire nella fabbrica digitale

  • 9 Febbraio 2017
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Le aziende venete del settore della meccanica stanno attuando il processo di trasformazione verso l’industria 4.0 e valutano in modo positivo il progetto predisposto dal Governo per favorire in Italia l’avvento della quarta rivoluzione industriale. Nel 2017 oltre il 50% delle imprese usufruirà delle agevolazioni previste dal Piano Industria 4.0 per gli investimenti in nuove tecnologie e oltre l’80% nei prossimi anni investirà parte significativa del fatturato per trasformare la propria azienda in fabbrica intelligente. Dal modello industria 4.0 la gran parte delle aziende si attende riduzione dei costi e aumento dei ricavi fino al 15%.

È il quadro che emerge da una ricerca sull’industria manifatturiera italiana, con focus sul Veneto, realizzata dall’Osservatorio MECSPE, in collaborazione con GRS. L’indagine è stata presentata a Vicenza in occasione del convegno “Laboratori MECSPE - FABBRICA DIGITALE, la via italiana per l’industria 4.0”, la prima tappa di un roadshow ideato da Senaf per raccontare la trasformazione delle imprese italiane in ottica di digital manufacturing, in vista della prossima edizione di MECSPE, la fiera di riferimento per l’industria manifatturiera (Fiere di Parma, dal 23 al 25 marzo 2017).

La forte attenzione per questo processo da parte del tessuto imprenditoriale veneto emerge con forza dai risultati dell’Osservatorio MECSPE. Il 62,8% delle aziende della meccanica, infatti, giudica in modo positivo il Piano Industria 4.0, una percentuale superiore alla media italiana (50,3%). Il 51,4% valuta il progetto positivamente, ma attende la prova dei fatti, mentre l’11,4% esprime piena fiducia nel progetto. 

Per diffondere il modello industry 4.0 nel tessuto manifatturiero italiano il Governo ha predisposto un maxi piano di ammortamenti, con l’aliquota per gli investimenti che nel 2017 passerà dal 140% al 250%. Il 51,4% del campione della ricerca dichiara che usufruirà degli incentivi, anche in questo caso mostrandosi più ricettiva verso il piano rispetto alla media italiana (48,9%). Il 34,3% delle aziende utilizzerà l’ammortamento dopo aver già beneficiato del precedente, mentre il 17,1% ne beneficerà per la prima volta. 

Per quanto riguarda gli investimenti per trasformare l’impresa in una fabbrica digitale, nei prossimi anni, ben il 41,9% delle aziende è disposto a investire una quota del fatturato compresa tra l’11% e il 25%, sempre il 41,9% attuerà investimenti al di sotto del 10% dei ricavi. La percentuale di chi non è disposto ad investire è del 16,1%, un dato inferiore rispetto alla media italiana (17,7%). In termini di vantaggi che l’industria 4.0 offrirà nei prossimi tre anni, l’88,5% delle aziende si aspetta una riduzione dei costi fino al 15%, una percentuale che aumenta tra il 16% e il 30% per l’11,5% del campione. Il 75% delle imprese si attende un aumento dei ricavi fino al 15%, il 17,9% tra il 16% e il 30% di crescita e il 7,1% del campione tra il 31% e il 50%. 

Tra le nuove tecnologie o processi innovativi che saranno introdotti entro la fine del 2017, emergono produzione additiva robotica collaborativa per il 20% delle aziende intervistate, cloud computing per il 14,3%, meccatronica, robotica, internet of things, big data e materiali intelligenti per l’11,4%, nanotecnologie e sicurezza informatica per l’8,6%, simulazione per il 5,7%. 

La digitalizzazione è la grande sfida che le imprese italiane sono chiamate ad affrontare per entrare pienamente nell’era dell’industria 4.0. Le aziende venete della meccanica, nei prossimi tre anni, andranno a investire soprattutto per aumentare la digitalizzazione dell’integrazione orizzontale dei processi (55,6% vs 50,9% della media italiana) e di quella verticale (56% vs 47,3%). Non verranno comunque dimenticati asset fondamentali per la relazione con il cliente - come i canali di vendita e marketing che raggiungeranno ottimi livelli di digitalizzazione nel 64,3% delle aziende - e la progettazione (51,7%). 

Al momento, i principali fattori di rallentamento della digitalizzazione sono rappresentati da un rapporto incerto tra investimenti e benefici (per il 48,3% delle aziende), da investimenti richiesti troppo alti (37,9%), dalla mancanza di un’infrastruttura tecnologia e di competenze interne adeguate (27,6%), dalla mancanza di una chiara visione del top management e dall’arretratezza delle imprese con cui si collabora (20,7%), da dubbi sulla sicurezza dati e possibilità di cyber attack (10,3%). 
Un aiuto per il superamento di buona parte di questi elementi di freno, sarà sicuramente rappresentato dai Competence Center, promotori della ricerca e dell’evoluzione tecnologica 4.0, e dai Digital Innovation Hub, ponte tra imprese, ricerca e finanza, istituiti dal Piano 4.0 del Governo per supportare le imprese in questo processo di digitalizzazione e innovazione della loro produzione: oltre sei aziende su dieci (62,1%) attendono che diventino operativi. 

La quarta rivoluzione industriale richiede nuove competenze nell’analisi e gestione dei dati. In questo ambito, il 55,2% delle aziende valuta media la preparazione complessiva del proprio personale, il 27,6% elevata, il 17,2% scarsa. Nella gestione dei dati per lo più manca una figura dedicata ed è invece presente una responsabilità diffusa (nel 63,3% delle aziende intervistate). Altre modalità di gestione sono rappresentate dalla presenza di un reparto dedicato trasversale (23,3%) e dall’utilizzo di un provider esterno (3,3%).

Soddisfazione per l’andamento aziendale, fatturati in crescita, livello occupazionale stabile, buona liquidità e portfolio ordini adeguato, ed estrema fiducia per la crescita del proprio mercato nei prossimi anni. Questa la fotografia delle PMI del Veneto delineata dall’Osservatorio MECSPE. 6 imprenditori su 10 (60,6%) si dicono ampiamente soddisfatti delle performance delle proprie aziende. Guardando alla chiusura del 2016, rispetto allo stesso periodo del 2015, il 33,9% si attende un incremento del fatturato e un 52,3% stabilità, mentre rimane sostanzialmente stabile il numero di dipendenti (per il 78,5%), con un 21,5% di imprese che lo incrementerà. Gli ordinativi sono adeguati alle esigenze finanziarie (67,8%) e la liquidità è buona per ben il 57,6%. Una situazione positiva che si tramuta in una fiducia nel buon andamento del mercato: oltre la metà delle imprese (52,5%) prevede una crescita (+4,6 % rispetto alla media nazionale) e il 37,7% stabilità.