È un quadro sfaccettato e in continua evoluzione quello disegnato dal Censis sul sistema Italia 2012. Causa principale è, inevitabilmente, l’attuale congiuntura economica, che condiziona scelte e priorità de cittadini del Belpaese. Ecco allora che a risaltare sono proprio le nuove ambizioni, al ribasso, nelle scelte di studio e di lavoro, o la stessa riorganizzazione all’estero del sistema d’impresa. Ma la crisi può anche veicolare fattori positivi, come lo sviluppo di segmenti produttivi emergenti, dell’industria digitale e dell’ecommerce. Da non sottovalutare tuttavia i rischi, come lo smottamento del ceto medio, o lo sfociare delle proteste senza rappresentanza in vere e proprie reazioni di rabbia diffusa. Vediamo di entrare nel dettaglio dei dati:
2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o altri oggetti preziosi negli ultimi due anni, 300mila famiglie mobili e opere d’arte, l’85% ha eliminato sprechi ed eccessi nei consumi, il 73% va a caccia di offerte e alimenti poco costosi. Sono alcune delle difese strenue degli italiani di fronte alla persistenza della crisi. Non ultima, la messa in circuito del patrimonio immobiliare posseduto, affittando alloggi non utilizzati o trasformando il proprio in un piccolo bed & breakfast (nelle grandi città, con oltre 250mila abitanti, il fenomeno riguarda il 2,5% delle famiglie). Anche nei consumi si registra una discontinuità rispetto al passato. Il 62,8% degli italiani ha ridotto gli spostamenti in auto e scooter per risparmiare sulla benzina, nel periodo gennaio-settembre 2012 il mercato dell’auto registra il 25% di immatricolazioni in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e c’è un boom delle biciclette: più di 3,5 milioni di due ruote vendute in un biennio.
Le funzioni del consumo si stanno modificando anche grazie alla diffusione delle nuove tecnologie. Il 14,9% degli italiani è iscritto a gruppi di acquisto online che offrono beni e servizi a basso costo. E nelle decisioni di spesa alimentare il 42% considera molto importanti le informazioni sulla provenienza dei prodotti, collocandole al primo posto tra i fattori che orientano la decisione di acquisto. La casa-patrimonio resta assolutamente maggioritaria nelle scelte degli italiani, ma le necessità contingenti stanno rivalutando l’affitto. Nel 2011 la quota di famiglie in locazione ha raggiunto il 21% e nelle aree metropolitane la percentuale sfiora il 30%. Nel trasporto privato si sta diffondendo la logica del noleggio e del car sharing. Diminuisce la quota di famiglie che hanno più di un’automobile (dal 33,4% al 32,1% tra il 2010 e il 2011), il fatturato dell’industria del noleggio si attesta sui 5 miliardi di euro (+2,2% tra il 2010 e il 2011) e il numero degli addetti è in crescita (+3,2% nel periodo 2010-2011 e +3,3% nel primo trimestre del 2012 rispetto al primo trimestre del 2011).
Nuove ambizioni nelle scelte di studio e di lavoro. Con il prolungarsi della crisi e dei suoi effetti sull’occupazione e sul benessere delle famiglie, cominciano a emergere segnali di riposizionamento dei giovani rispetto alle scelte di studio e di lavoro. Nel corrente anno scolastico è aumentato dell’1,9% rispetto all’anno precedente il peso delle preiscrizioni agli istituti tecnici e professionali. Le immatricolazioni all’università sono diminuite del 6,3% e i dati provvisori relativi al 2011-2012 segnano un’ulteriore contrazione del 3%.
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