Proseguono le polemiche sulle modalità di prenotazione degli sconti, in particolare per il settore dei motocicli dove le risorse, 12 milioni sui 300 stanziati dal ministero dello Sviluppo economico, sono già in via d’esaurimento. La procedura che impone ai venditori di verificare presso i call center la possibilità di ricevere gli incentivi ha portato a lunghi tempi d’attesa. Tuttavia tale processo non può non essere effettuato, la legge infatti obbliga i venditori a stipulare subito il contratto di acquisto del ciclomotore, dando loro due giorni di tempo per verificare telefonicamente la sussistenza delle risorse. Se al termine dei due giorni la risposta sarà stata positiva l’acquirente dovrà versare l’acconto che lo vincolerà all'acquisto. Qualora gli incentivi risulteranno terminati l’acquirente sarà estromesso dall’obbligo di acquisto e il venditore dovrà annullare il contratto. Lo scorso anno il meccanismo degli incentivi, messo a punto dal ministero dell’Ambiente, era più semplice perché prevedeva un credito d’imposta. Qui invece cambia di contratto in contratto. I tecnici del ministero hanno deciso che lo sconto del 10% vada calcolato non sul prezzo di listino, com’era stato per i vecchi incentivi, ma su quello finale. Se dunque un venditore ha applicato un proprio sconto sul listino si ritrova a incamerare un incentivo più basso. Il problema scaturisce dal fatto che il nuovo sistema sia stato comunicato quando ai rivenditori era già stato inviato il vecchio schema.