Durante l’estate lo scenario economico è mutato.
Il cambiamento è avvenuto nel solco delle tendenze già emerse ed evidenziate nel corso dei mesi precedenti. È stato nell’intensità dei movimenti, non nella loro direzione. Nel complesso risulta più favorevole all’economia italiana, seppure in misura marginale rispetto a quanto già chiaro e consolidato. Le modifiche intervenute rafforzano il quadro che si era delineato e fanno rivedere al rialzo le previsioni del Centro Studi Confindustria (CSC).
Le principali variazioni sono tre: la frenata del commercio mondiale più marcata, che deriva da una performance dei paesi emergenti peggiore delle attese; la nuova flessione del prezzo del petrolio; la dinamica dell’attività economica in Italia superiore a quanto inizialmente indicato.
Le previsioni del CSC per l’Italia
Il CSC stima incrementi del PIL italiano dell’1,0% quest’anno e dell’1,5% nel 2016.
Il 2015 segna per l’economia italiana il primo progresso dopo tre cali annuali consecutivi che hanno portato a una riduzione cumulata del PIL del 4,9%. L’ampiezza del recupero quest’anno è la più robusta dal 2010, quando si era avuto un progresso dell’1,7% sul 2009. La risalita è sostenuta soprattutto dai fattori esterni particolarmente favorevoli: bassi prezzo del petrolio, tassi di interesse, cambio dell’euro.
A ciò si aggiungeranno nel 2016 migliori condizioni del credito. La riforma del mercato del lavoro, gli sgravi contributivi e la riduzione dell’IRAP hanno avuto un ruolo importante nel catalizzare la fiducia delle imprese, in prima battuta, e delle famiglie, in seguito. Le prime hanno ricevuto un segnale concreto di miglioramento del contesto competitivo. Le seconde hanno visto risalire l’occupazione, con la creazione di posti in prospettiva più stabili.
Il livello del PIL rimane, comunque, inferiore dell’8,9% nei confronti del massimo pre-crisi ed è pari a quello del primo trimestre 2000 (misurato in valori costanti). La strada del recupero appare, perciò, lunga in assenza di politiche che accelerino la crescita.
Indicatori al top
Gli indicatori congiunturali qualitativi, seppure con un andamento oscillante, hanno mostrato miglioramenti significativi sin dall’inizio del 2015. Molti di essi hanno raggiunto i livelli più elevati degli ultimi anni e a tali incrementi sono corrisposte variazioni positive della domanda e dell’attività. I loro ulteriori progressi nei mesi estivi sono coerenti con un’accelerazione del PIL.
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